Critico, Giornalista Rai – Dr. Raffella Cortese De Bosis
La generosa terra toscana offre alla cultura italiana ed internazionale un altro grande: il basso-baritono Roberto Nencini, che fa e farà parlare di sé come artista del canto dalle qualità interpretative raffinate ed irruente, equilibrate, di rara ed intensa comunicativa; una presenza scenica, ora movimentata, ora composta, cela quelle doti di attore, che a parità di voce, fanno veramente la differenza. Nel suo repertorio troviamo autori antichi e contemporanei, ma il suo Rossini, Mozart, Donizetti, spiazzano letteralmente il pubblico, che applaudendo spesso a brani non conclusi, si è reso veramente conto di chi aveva dinnanzi. Un autentico poliedro, capace di esprimere forti ed intimi sentimenti o suscitare ilarità attraverso uno speciale modo di porsi. Se vogliamo far conoscere ai più alti livelli la nostra cultura, i concerti di Roberto Nencini ne sono un sicuro veicolo.
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TOSCANA & CHIANTI News – di Nadia Fondelli – Giugno 2008
“Un baritono Etrusco che incanta i palchi del mondo”
Toscano, anzi maremmano e nipote di un vero Buttero, come ci tiene a puntualizzare.
Conoscendolo scopri che lo spirito fiero, modesto e pacifico degli Etruschi di cui è appassionato, rivive in lui. Dall’ energica stretta di mano fino all’ultima nota emessa dalla sua sontuosa ugola. Sì, perché il personaggio di cui vi parliamo è un ambasciatore del bel canto.
E’ Roberto Nencini, professione baritono con un pedigreè di tutto rispetto: contare i premi che luccicano nella sua bacheca e i riconoscimenti di cui è stato insignito è opera ardua.
Basta solo dire che ha calcato le scene con la Ricciarelli, la Cossotto e la Casolla e sotto la direzione di Petre, Metha e Muti, tanto per dirne alcuni. Nencini è però artista che non sta ingessato nel suo ruolo, ma che sfida sempre se stesso.
Ha lavorato infatti in teatro e nel cinema sotto la direzione di Zeffirelli, Comencini, Laudadio e Steno e non ultima una sua recente incisiva incursione nel mondo del Musical. Era lui il possente Mangiafuoco del “Pinocchio”, messo i scena dai Pooh. Sul palco è un portento.
La sua voce è completa e lui è un interprete carismatico e con qualità innate da attore ora raffinato, ora irruento ora ironico. Spente le luci del palco è invece un genuino, anni di ribalte non hanno scalfito l’uomo. Abbiamo scambiato due parole con lui e lo abbiamo raggiunto in un momento di riposo, nella sua amata Maremma. “Sono qua anche per portare avanti un progetto che ho a cuore da tempo”
Di che progetto si tratta?
“Aprire una scuola di canto. Memore del mio dovere emigrare per studiare, voglio offrire una chance ai ragazzi di qua. Poi fra le tante richieste, ho ricevuto una che mi lusinga molto da Lima dove mi vogliono per un Requiem di Verdi.
Come mai gli artisti del bel canto sono ricercatissimi all’estero e quasi ignorati in Italia?
Qua da noi c’è più superficialità, i melomani rappresentano una nicchia. Dimentichiamo che i più grandi autori sono italiani ed impazziamo per la musica importata. All’estero invece adorano il bel canto all’italiana. Strano davvero!
Un peccato essere sconosciuti in patria e adorati all’estero?
No. E’ un impegno che fa gonfiare il petto girare il mondo sapendo che hai l’onore di rappresentare la tua patria.
Il pubblico estero com’è?
Attentissimo! Non perdono una nota…
Ha qualche episodio della sua carriera che ricorda in maniera particolare?
Risale al periodo del mio debutto al Festival Pucciniano di Torre del Lago. Fui invitato a cantare al cospetto di Simonetta Puccini, nipote del grande Maestro. Prima che cantassi, lei mi avvicinò e fu brusca nel dirmi: “Voglio proprio sentire come canta questo Edgard”. Alla fine della romanza mi domandò come mai non fossi stato presente alla Messa in Suffragio del nonno – mica potevo dirgli che non ero stato invitato – ed aggiunse: “Peccato, lei è proprio un cantante di quelli che sarebbero piaciuti tanto a lui!”
Si sente talvolta Maremmano sul lavoro?
Quando la situazione lo richiede tiro fuori la mia indole. Memorabile fu una volta ad Amsterdam, dove con il teatro pieno stavo per salire sul palco e la nota cantante italiana che doveva farlo con me fu colta dal panico. L’affrontai a muso duro e la spinsi letteralmente in scena. Cantò benissimo e dopo disse: “Sei proprio un Maremmano!” Beh da quel giorno siamo ottimi amici.
Qual è l’emozione più grande provata mentre canta?
Un emozione intima che si rinnova ogni volta che canto in chiesa. Il mio canto è un mio ringraziamento per il dono prezioso della voce.
E professionalmente?
La prima volta che cantai al Duomo di Milano con 150 orchestrali e 200 coristi dietro a me e davanti una folla di 14.000 persone in religioso silenzio! Da mozzare il fiato.
(potete scaricare il mensile con l’articolo in pdf cliccando QUI)
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OGGI di Cristina Rogledi
20 marzo 2003
Mangiafuoco è un baritono. Roberto Nencini nei panni di Mangiafuoco. l’attore è anche un cantante lirico, un basso baritono che ha già vinto parecchi premi internazionali. nella fiaba, Pinocchio lo incontra nel teatro dei burattini.
MUSICAL di Nicola Salmoiraghi
Assolutamente spettacolari le scenografie, i ricchissimi e variopinti costumi (di Zaira De Vincentiis) che raggiunge l’apice della sua creatività nel bellissimo quadro del teatrino di Mangiafuoco e nella stupefacente scena delle profondità marine…
Roberto Nencini è un tonante e divertente Mangiafuoco
CORRIERE DELLA SERA di Mario Luzzato Fegiz
15 marzo 2003
…L’interazione di Pinocchio coi burattini di Mangiafuoco (che canta da tenore su arie rossiniane) è divertentissima e culmina con la rivolta contro il burattinaio…
LA STAMPA di Marinella Venegoni
15 marzo 2003
…il teatro dei burattini/umani dove un pittoresco Mangiafuoco (Roberto Nencini) canta “Mamma mia” da operetta… Didascalia foto a corredo dell’articolo: Mangiafuoco in azione
LA REPUBBLICA di Alvise Sapori
15 marzo 2003
… tutti gli episodi e i personaggi del libro Pinocchio sono presenti: Mangiafuoco con i suoi burattini (è un gran momento di spettacolo)… Didascalia foto a corredo dell’articolo: Mangiafuoco in azione
IL SECOLO XIX
15 marzo 2003
… e un Mangiafuoco da Ziegfield Follies…E’ la macchina teatrale a stravincere: come nel Gran Teatro dei Burattini dove un Mangiafuoco struggente e improvvisamente caritatevole si muove fra le grandi maschere della nostra tradizione… Didascalia foto a corredo dell’articolo: Mangiafuoco in azione in una delle più suggestive e varipinte scene del Musical
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L’Opera – gennaio 1995 di G.L.
Musica a Milano: Brera e Magenta
Patrocinata dall’Associazione Musicale Carissimi, il 30 novembre si è aperta la Rassegna Musica a Milano:Brera e Magenta con una rappresentazione de Il Signor Bruschino di Rossini, andato in scena al Teatro Accademia di Brera…Sul palcoscenico si sono fatti valere tra gli altri; Roberto Nencini che ha disegnato un Bruschino rude ed efficace…
Rassegna Melodrammatica- gennaio 1995
A Milano l’opera da camera. Bruschino all’Accademia di Brera…Roberto Ripesi che ha dato al personaggio del tutore dei risvolti credibili e vocalmente incisivi, elegantemente contrapposti al temperamento sanguigno di Roberto Nencini, baritono di notevoli capacità nell’amministrare i colori del materiale vocale piuttosto importante, sempre
in maschera e ben coniugati ai risvolti farseschi del suo ruolo…
Giorno&Notte Roma- 26 aprile/2 maggio 1995 di Maria Caponiti
La ricerca di Nencini
A Roberto Nencini, baritono di notevoli capacità nell’amministrare i colori della propria voce, abbiamo chiesto:
Quali sono i ruoli che le hanno dato più soddisfazione e perché? Sono due, quello di Escamillo, della Carmen, perché è un personaggio sanguigno che si confà pienamente al mio temperamento, e quello di Bruschino, ruolo rossiniano, per questa interpretazione ho dovuto creare un uomo bisbetico, in questo modo ho avuto l’occasione di esprimere i lati più
nascosti del mio carattere. Quanto è importante “calarsi” nel personaggio che si deve portare in scena? E’ molto importante fare un’analisi del personaggio se si vuole arrivi a trasmettere delle sensazioni al pubblico. Quali sono i passaggi attraverso i quali analizza i suoi personaggi? Per prima cosa ascolto la musica dell’opera che deve essere rappresentata per capire a fondo l’autore, poi compio un’introspezione del personaggio e infine mi pongo in rapporto con esso. Qual è la cantante del passato che preferisce e perché? Maria Callas. Per il concetto che ho della voce e per la visione cosmica che voglio tentare di dare alla mia esistenza, intendo la vocalità tradotta ad alti livelli come comunicazione divina, dunque la possibilità del portatore
di tale dono di vibrare con il cosmo stesso. Per questo credo che la Callas potesse realizzare questa magia. Nencini, lei è alla ricerca di certezze? Le certezze quando le raggiungi ti riempiono l’anima, la vita, sono delle conquiste, ma sono una persona che ama di continuo rimettersi in discussione.
Il Tempo – 29 novembre 1995 di Fernando Tarsia
Vince il concoso canoro Roberto Nencini di Grosseto. Caruso tra Napoli e Toscana.
Nel segno del gemellaggio fra Napoli e la Toscana si è svolta la quinta edizione del Concorso Internazionale di canto Caruso-De Lucia: una solenne commemorazione del grande Enrico Caruso…La vittoria è andata al basso-baritono Roberto Nencini, giovane cantante proveniente da Grosseto, in possesso di una discreta voce, con un buon timbro ed un altrettanto buon controllo dell’estensione vocale…la giuria presieduta dall’onorevole Bellerè, non ha avuto esitazione ad indicare Nencini come vincitore del premio, in quanto il toscano è risultato essere nettamente al di sopra degli altri finalisti…
Il Mattino – 29 novembre 1995 di Stefano Valanzuolo
Cercando l’erede di Caruso
Si chiama Roberto Nencini e viene da Grosseto il giovane vincitore della quinta edizione del concorso Caruso-De Lucia. Non sarà l’erede, però, dei due grandi cantanti cui è intitolata la manifestazione allestita con cura dall’Ente per il Folklore Musicale Napoletano, e non perché non sia bravo – anzi – ma semplicemente perché non è un tenore. Era, Nencini, l’unico basso baritono nel lotto dei dodici finalisti…
L’Indipendente – 29 novembre 1995
Consegnati al Sannazaro i Premi Caruso – De Lucia
Al traguardo del premio Caruso-De Lucia è giunto Roberto Nencini. A sancire l’affermazione del cantante grossetano è stato il verdetto della giuria dell’Ente per il Folklore Musicale Napoletano.
La Nazione- 5 maggio 1996 di Francesca Joppolo
Nencini: da Katia sognando Trovatore
“Lo sguardo verso il mare, i sapori d’infanzia, i colori, questi animali un po’ speciali che abbiamo”. Questa terra non si può perdere. “E poi gli Etruschi, gli adoro”. Suo nonno era un buttero ma Roberto Nencini, di Magliano, ha scoperto la Maremma in una ballata argentina che canta di un gaucho, di un posto chiamato Sanpedrino, di margherite silvestri, della nostalgia di pascolare lontano. Ha capito di non poterne fare a meno durante un concerto in paese quando la nipote di Toscanini l’applaudì rompendo il silenzio rispettoso di 350 maglianesi. Bella voce di baritono, gli disse, nel 1977, Giancarlo Bonari, maestro dei Madrigalisti. E Nencini non gli credette, scelse la concretezza del lavoro: nell’abbigliamento, nel cinema, nella ditta paterna, negli alberghi. Dell’istruzione: lettere e filosofia, inglese, francese e tedesco. Poi una rivoluzione interiore e la decisione di essere cantante lirico “rinunciando al dio denaro, affrontando la fatica di un mestiere dainventare”. Gli studi a Roma, a Firenze, alla Chigiana di Siena con il M°Ferro.Quando ha cominciato a crederci?Nel’91. Fui primo in classifica al coro dell’Opera di Roma dove, damaremmano ignaro, ho rubato con gli occhi e sono cresciuto dentro, ho imparato ad apprezzare la vita. “Conoscere è sinonimo d’amore” diceva Paracelso e il canto è una forma di evoluzione. Sono curioso, un acquariano. Ho acquistato un po’ di sicurezza al Maggio Fiorentino anche lì sono stato
primo in classifica, per due volte. Nel’92 il debutto al Primo Festival di musica barocca nell’Opera. Si presenta come l’unico cantante lirico maremmano? Professionisti non ne vedo altri. Progammi? Il 20 sarò al Teatro Sistina vicino a Katia Ricciarelli nella Vedova allegra diretta da Gino Landi. Un copione che non finisce mai. Seguiranno alcune recite al Manzoni, sempre a Roma, concerti nelle Ambasciate, un invito al summit di Firenze con Tancredi e Clorinda.Desideri?Una parte forte, piena di pathos, nel Trovatore di Verdi. Mi piace Verdi, il suo Requiem. Adoro gli oratori. Lo Stabat mater di Rossini. Il matador di Carmen.
Scènes Nimes Mattin- 27 gennaio 1997 di Roland M.
Cenerentola: “la strage” di Dandini.
…Per la “prima” di una tournèe che dovrà toccare le principali città europee, gli artisti impegnati sul palcoscenico, si sono trovati a lottare contro lo squilibrio che fa nascere l’interpretazione di uno di loro: Roberto Nencini. Senza possedere una voce dal colore eccezionale il “suo Dandini”, per la sua magistrale interpretazione, il suo volume, la sua sicurezza, tira a se l’interesse del pubblico. Vende la sua “mercanzia” con facilità ed energia e dà, soprattutto ai suoi partners, molto da lavorare per elevarsi al suo livello… ed anche il mezzo-soprano, Cenerentola, con la sua interpretazione non è riuscita ad impedire allo stesso Dandini di diventare la vedette dello spettacolo.
Infoil – 12 novembre 1999 di Luciana Grandi
Un fiasco…di successo…Molto apprezzato è stato anche il “Concerto DiVino” al Concordi. Bravocantante e interprete di celebri brani lirici il basso baritono Roberto Nencini...
Amici della Musica Net – agosto 2000 di Luca Ramacciotti
Dal Musical all’Operetta nel nome di Puccini
… voce bellissima, profonda ed emozionante quella del basso baritono Roberto Nencini……a richiesta entusiastica di bis è stata eseguita New York New York dal baritono Nencini, mandando il pubblico in visibilio…
Amici della Musica Net – agosto 2000 di Luca Ramacciotti
Torre del Lago: La Bohème fa tris
… Applausi a scena aperta per la bellissima voce di Roberto Nencini
(Schaunard)…
Toscana News – agosto 2000 di Nadia Fondelli
Il Festival Pucciniano
… Della stagione 2000 ci resta – insieme a tutte le emozioni vissute – la grandissima scoperta dell’emozionante voce di un basso-baritono toscano di cui sentiremo molto parlare: Roberto Nencini. Non solo un artista del canto dalle doti innate, ma un vero e proprio calamitatore della scena. Una sola parola per definirlo: emozionante…
Toscana News – dicembre 2000 di Nadia Fondelli
Una voce, mille emozioni
Conobbi casualmente, anni fa, un basso-baritono e andai a sentirlo cantare in un concorso lirico internazionale. Lo feci per simpatia e un po’ perchè avevo la possibilità di avvicinarmi a quella musica che fa parte della storia e della cultura italiana
Seguii il succedersi degli interpreti su quel palco di periferia. Mi distrassi ben presto però, pensando ai loro anni di studi; agli immensi sacrifici che sicuramente scandivano il loro quotidiano in nome “dell’arte delle sette note”. Quando però entrò in scena lui; Roberto Nencini, mi scossi. Fu inevitabile. La sua voce riempì la scena. Fu un’emozione forte. Vinse quel concorso. Volò verso lidi a lui più congeniali e lo persi di vista. Quest’anno l’ho riscoperto ed ancora casualmente. Ho letto il suo nome fra
gli interpreti del festival Puccininano di Torre del Lago. Tosca, Bohème, Madama Butterfly, oltrechè un discreto numero di concerti collaterali lo facevano salire su uno dei palchi più prestigiosi d’Italia: quello che si affaccia sul lago di Massacciuccoli di fronte alla casa del Maestro Giacomo Puccini.Sono corsa a riscoprirlo per rivivere quelle sensazioni che ancora ricordavo. Ma la realtà è andata ben oltre il ricordo. Temprata da anni di palcoscenico la sua voce è diventata ancora più completa e lui un interprete con carisma e qualità da attore: ora raffinato, ora irruento ora ironico. Un’intensa e rara vena comunicativa, una presenza scenica che avvolge e coinvolge in un unico abbraccio tutti gli spettatori. Un perfetto cocktail ben dosato che, a parità di voce, fa la differenza. Splendido il concerto a cui ho assistito:”dall’operetta al musical” in cui ha sfidato anche se stesso cantanto pezzi “leggeri” quali New York, New York e Smoke gets in your eyes. L’esigente pubblico del Puccininiano non ha potuto resistere ad applaudire spesso a brani non conclusi capendo bene chi aveva davanti. Stessa scena che si è ripetuta alcuni giorni dopo in Bohème in cui Nencini interpretava Schonard. Alla fine, entusiasta, avevo deciso che Roberto Nencini valeva il serioso e formale impegno di un’intervista come si deve. Lui toscano, profeta in
patria, a smentire il proverbio. Ma non è andata esattamente come volevo perchè, spente le luci del palco, ho scoperto che dietro l’artista c’era un ragazzo ancora genuino come il nostro buon vino di Toscana. Anni di gavetta e di studi non avevavano minimamente intaccato l’uomo. Spontaneamente ne è nata, anzichè un’intervista, una lunga chiacchierata in cui abbiamo parlato dei suoi sacrifici, dei suoi studi, dei suoi entusiasmi, delle sue gioie e dei suoi dolori. Abbiamo riavvolto insieme la matassa di questi anni e ho scoperto che, dietro la modestia, la simpatia e la gentilezza, c’era un curriculum di tutto rispetto con un discreto numero di vittorie in prestigiosi concorsi internazionali. C’era un repertorio di Rossini, Mozart e Donizetti che spiazza il pubblico che lo ascolta. C’era un lungo elenco di opere famosissime che l’hanno visto protagonista. C’è insomma, senza tanti giri di parole, un grande artista della cultura italiana che la Toscana offre al mondo. Roberto Nencini fa e farà ancora per molto parlare di se e affidando alle sue corde vocali di Toscano Doc, la responsabilità di far conoscere la grande musica italiana nel mondo, siamo certi che facciamo la cosa giusta!
Nadia Fondelli
Gazzetta del Sud- 29 aprile 2001 di Santi Calabrò
Successo al Vittorio Emanuele dell’opera di Bertold Brecht e Kurt Weil. Mahagonny, impegno sociale dal coinvolgente allestimento …Passando all’universo maschile, si registrano prove più convincenti delle voci gravi di Roberto Nencini di pasta sonora profonda e intensa, nel ruolo di Bill…
Giornale di Sicilia – 29 aprile 2001 di Laura Donato
A Messina va in scena Mahagonny, una feroce satira dei vizi del capitalismo. Al Vittorio l’opera scritta da Brecht e Weill. Daniele Abbado firma la regia. …al cast dei cantanti va un plauso particolare, al di là della bravura o meno, per il coraggio di cimentarsi con un allestimento simile…
La Sicilia – 29 aprile 2001 di Stello Vadalà
Brecht-Weill, spregiudicata genialità. Interessante rilettura dell’Ascesa con la direzione di Daniele Abbado …gli interpreti sono all’altezza della situazione, Maria Moretto, Antonio Interisano, Sonia Dorigo e Roberto Nencini, imprimono al testo carattere e
sono espressivi…
Smart & Co. – luglio 2001 di Roberto Napoli
Opera, Jazz, Evergreen internazionali…un mix fantastico!
Grazie ad Armunia (Teatri della Riviera), Università Popolare di Rosignano e Associazione Musicale Bacchelli, si è tenuto recentemente al Teatro Solvay di Rosignano (Livorno) il Gran Concerto del Duo Balzini-Nencini. La pianista Maura Balzini, da sempre innamorata del pianoforte, interpreta con vivo entusiasmo tutti i repertori musicali. Questa caratteristica la pone nei primi posti del panorama musicale italiano. Dotata di orecchio assoluto, ha fin da bambina avuto un rapporto con la musica caratterizzato dalla velocità di apprendimento e dalla facilità nell’esecuzione. Oggi, donna matura, ha incontrato il baritono Roberto Nencini che è cresciuto musicalmente fra New York, Roma e Firenze e verso il quale la critica ha sempre espresso parole di elogio poiché riesce a portare la musica italiana, e non solo, ai più alti livelli. Il repertorio operistico che propongono è praticamente infinito; citiamo alcuni brani a titolo esemplificativo: Belcore nell’Elisir d’amore di Donizetti, Escamillo nella Carmen di Bizet, Uberto nella versione Rai della Serva Padrona di Pergolesi, e varie arie tratte da opere di Rossini, Verdi, Mozart, Monteverdi, etc… Avendo studiato anche in inglese, francese e tedesco, Roberto Nencini può abilmente interpretare, assieme alla Maura pianista, repertori più moderni. Citiamo brani quali Parlami d’amore Mariù, classico ormai intramontabile, Star Dust, di Carmichael, Blue Moon di Rodgers. L’armonia del pianoforte e la melodia della voce si sposano talmente bene da far sì che sembra che l’una non possa fare a meno dell’altra, e così prendono corpo brani di celebri compositori, da Porgy & Bess del grande Gershwin, a West Side Story del geniale Bernstein, da Torna a Surriento di De Curtis, alla mitica New York New York di Kander, interpretata dalle più grandi voci mondiali. In definitva si tratta di uno spettacolo raro e prezioso, che auspichiamo possa essere rappresentato, oltre che, come ci attendiamo, nella nostra zona, anche “fuori porta”, e possano gli organizzatori obliarsi nella consapevolezza di aver proposto una serata indimenticabile per coloro che
l’ascolteranno.
Il Tirreno – 28 luglio 2001
Xiu Wei Sun, una dolcissima Liù per Turandot
…Di solito parlando di Turandot viene spontaneo concentrarci sulla protagonista, ma nell’economia del melodramma ci sono anche i personaggi minori perché non hanno molto da cantare, ma intervengono nei momenti salienti. Ad esempio il Mandarino. Entra in scena, quasi subito, per raccontare al popolo di Pechino con incisività drammatica degli enigmi di Turandot, delle nozze con “chi di sangue regio” li scioglierà e la condanna a morte per chi non supererà la prova. Il Mandartino torna, per ricordare in
forma ancora più scarna e rapida, la legge di Turandot, quando Calaf sta per cimentarsi nella sfida. “E’ un personaggio minore – dice Roberto Nencini, il Mandarino di questa edizione torrelaghese – ma sono contento di tornare a Torre del Lago”. Un Mandarino di lusso, visto che è stato assegnato al baritono maremmano, che l’anno scorso cantò in Bohème nel ruolo di
Schaunard. Non solo ma per questa edizione era stato preparato per un eventuale copertura di Scarpia, che però non c’è stata. A Roberto Nencini, il festival ha fornito l’occasione di scoprirsi anche un interprete pucciniano. Canta dall’infanzia, e prova “un piacere personale a stare sul palcoscenico”. Il festival, per Nencini è anche una palestra, grazie alla sua partecipazione ai concerti, nei quali incontra vari autori e ruoli. Nencini ha studiato a Roma con Maria Luisa Costantini e nel capoluogo toscano con Gino Bechi. E siccome “è inevitabile subire l’influenza del maestro” di Bechi, ha preso alcune caratteristiche tecniche, ma anche “la sua umanità e il senso dell’umorismo”. Lunedì Nencini presenterà ad “Effetto
Venezia” a Livorno, una lunga passeggiata tra diversi generi musicali.
La Nueva Espana – 4 novembre 2001 di Marina Cosme
Ripasso sul Verdi più popolare
…Quattro giovani cantanti: Cristina Ferri, Stefania Scolastici, Nikola Kitan e Roberto Nencini, eseguono con buon accento la parte musicale dell’opera. Sono quattro buoni esponenti del canto attuale con le sue luci e le sue ombre. Buone voci, una materia prima interessante non adeguatamente valorizzata…